La teoria del colore. Parliamo di sintesi additiva e sintesi sottrattiva.

Si torna a parlare di colore, tema fondamentale per chi come noi lavora nel settore della grafica e della comunicazione.

Dopo il primo post introduttivo al tema, questa volta inizieremo a capire meglio come funziona il colore, quali sono le teorie e le definizioni fondamentali che lo caratterizzano e i modi in cui questo può intervenire in maniera pratica durante il processo di creazione di un elaborato.

Si inizia! Parola al nostro Roland Master Francesco Bravi, che ci guiderà in questo percorso conoscitivo.

L'importanza del colore

Innanzitutto è bene chiarire che il colore, inteso come uno dei parametri fondamentali di un qualsiasi prodotto grafico, può rappresentare uno strumento utilissimo per il raggiungimento degli scopi che ci siamo prefissati: determinate tinte agiscono in maniera diversa rispetto ad altre e, allo stesso modo, certi accostamenti funzionano mentre altri sono del tutto da evitare.

Il lavoro di un grafico è quello di creare prodotti rivolti a un pubblico, più o meno esteso, e quindi con il suo lavoro deve riuscire a far comprendere al meglio il messaggio veicolato. Per questo saper padroneggiare bene uno strumento come il colore è determinante per la riuscita di un buon lavoro.

È bene quindi avere chiaro il modo in cui lavora il colore in relazione ai vari supporti su cui si applica.

Sintesi additiva e Sintesi sottrattiva

Parliamo, a questo proposito, di SINTESI ADDITIVA che riguarda tutti i video e i monitor e di SINTESI SOTTRATTIVA per le realizzazioni stampate.

Questi due procedimenti, completamente diversi, conducono a risultati talvolta inaspettati perché si muovono entro campi di colore ben distinti.

Se nella sintesi additiva, infatti, l'ambito è quello dell'RGB (Red Green, Blu), in quella sottrattiva siamo nel mondo della quadricromia ovvero del CMYK (Cyan, Magenta, Yellow, Black).

 

Sintesi additiva e sottrattiva.

Conseguentemente anche il modo in cui il colore agisce cambia: nel primo caso si parla di procedimento additivo poiché per giungere al bianco puro (che si può intendere come una specie di punto di riferimento) è necessario sommare in percentuali uguali il rosso, il giallo e il blu, togliendo invece tutti e tre gli ingredienti si giunge al nero.

Nel metodo sottrattivo, invece, avviene l'esatto contrario poiché è solo sottraendo i colori che si giunge al bianco, mentre il nero è già contenuto tra i quattro fondamentali e si ottiene sommando gli altri tre. Per questo motivo la sintesi additiva è detta anche quella del "colore luce", mentre quella sottrattiva, quella del "colore pigmento".

Avendo ben chiara questa distinzione, e prendendo quindi nella giusta considerazione i diversi risultati a cui può portare un elaborato video poi trasferito su carta passiamo ora ad alcune definizioni teoriche sul colore.

L'orologio del colore

Uno strumento che ci può aiutare a definire i colori è il cosiddetto cerchio cromatico o orologio del colore, un vero e proprio grafico che, partendo dai colori cosiddetti primari (ciano, magenta, giallo) ci permette di definire tutte le altre tinte; a questo proposito, per realizzare un buon cerchio cromatico, può essere utile utilizzare  un programma come Adobe Photoshop che in pochi passaggi e seguendo dei semplici tutorial permette di realizzare un grafico impeccabile.

Partiamo osservando questo grafico ed elencando le prime osservazioni, senza addentrarci troppo sulle conseguenze anche psicologiche che queste portano con sé.

Rimandiamo questo interessante argomento al prossimo post!


Il cerchio del colore

Innanzitutto dividendo verticalmente il cerchio a metà, possiamo distinguere i colori freddi nel semicerchio di sinistra e i colori caldi in quello di destra.

Guardando poi gli spicchi che si vengono a formare nella ruota, scopriamo che quelli opposti costituiscono i cosiddetti colori complementari, come ad esempio magenta e verde, giallo e viola, ciano e arancione. Questi, se accostati, creano effetti ben precisi sullo spettatore e numerosi studi ci insegnano i modi migliori per calibrarli e organizzarli.

Possiamo notare quindi, che i colori complementari sono sempre in qualche modo formati da tutti e tre i colori primari, poiché presentano da una parte la somma di due, e dall'altra il terzo, ovvero quello escluso.

I Tre parametri del colore

Osservando il cerchio, poi, è molto più facile capire i tre elementi che costituiscono per definizione il colore ovvero:

Tonalità, che ci permette di definire un colore e che ci permette di dargli un nome; è determinato dalle lunghezze d'onda della luce;

Luminosità, che invece ha bisogno di comparazione per essere definita, è determinata dalla quantità di bianco o di nero presenti e quindi si deve avere come punto di riferimento un altro colore o la scena in cui il colore in questione è inserito. A questo proposito si parla di TINTE per i colori molto luminosi, quindi con molto bianco, e di OMBRE per quelli meno luminosi e con molto nero.

Saturazione, che è la misura della purezza del colore; un colore sarà tanto più saturo quanto più risulterà vivido e privo di componenti di bianco e nero al suo interno.

Basti pensare che per trasformare un'immagine a colori in bianco e nero, in un qualsiasi programma di ritocco fotografico, è necessario togliere la saturazione dell'immagine stessa; in questo modo i colori spariscono e tutti i particolari prendono i diversi toni di grigio.